Enogastronomia

Tutto il territorio dei Castelli Romani è caratterizzato da prodotti enogastronomici genuini tramandati dalla tradizione contadina, che trova le sue origini nell’Impero Romano. L’olio, il vino e il pane prodotti nei colli romani erano consumati e apprezzati dagli abitanti dell’antica Roma ed esportanti in tutto il Mediterraneo

Ancora oggi è la genuinità a dare caratteristiche uniche a questi prodotti: ti proponiamo una selezione di prodotti tipici e certificati che non potrai fare a meno di provare:

Vino e Olio

Colli Lanuvini DOP: il vino dell'estasi e della liberazione dei sensi.

Questo vino si fonda su una storia millenaria e la sua produzione risale all’epoca della Roma pagana; utilizzato prevalentemente durante i festeggiamenti del dio Dioniso, era chiamato a simboleggiarne tutta l’essenza divina, la forza vitale che doveva risvegliare in coloro che si accingevano a berlo.

Nella tipologia di vino bianco, paglierino e dai profumi esotici, le uve di Trebbiano verde ne arricchiscono l’aspetto in purezza e sfumature, esaltando il suo sapore armonico e vellutato, superlativamente espresso nella sua versione “superiore”.

Nella tipologia di vino rosso invece, il caldo uvaggio del Merlot, apporta rotondità e morbidezza a un sapore che qui, diventa più persistente e armonico.

Vino Colli Albani DOP: una poesia di gusto e tradizione.

Si narra che Orazio, maestro dell’eleganza e della poesia, fosse un appassionato consumatore di questo vino bianco. Tanto era ammaliato dal suo gusto fresco e avvolgente, che era solito celebrare ogni anno i natali di Mecenate, suo amico e protettore, omaggiandolo con un’anfora del vino della “terra albana”.

Nella purezza aromatica della tipologia bianca, un’importanza fondamentale è esercitata dalla Malvasia Bianca di Candia, che concorre fino al 60% alla sua composizione, assieme al Trebbiano e ad altri uvaggi locali, portatori di fragranze fruttate e di morbida persistenza nel corpo.

Oltre a presentarsi nelle eccellenti tipologie “Superiore” e “Spumante”, peculiare del Colli Albani DOP è la tipologia “Novello”, il cui imbottigliamento deve avvenire entro il 20 Dicembre dell’annata di produzione delle uve.

Nella tipologia di vino rosso invece, il caldo uvaggio del Merlot, apporta rotondità e morbidezza a un sapore che qui, diventa più persistente e armonico.

Castelli Romani DOP: l'emblema della tradizione.

È il vino che può erigersi a emblema stesso della tradizione vinicola del popolo castellano. Essendo l’unico vino ad essere prodotto in ogni comune dei Castelli Romani, ne racchiude la cultura millenaria esprimendola in tutte le sue note, sia nel gusto che nell’aroma, tanto da meritare il nome stesso del territorio.

Si ritrova nella tipologia di bianco, dal gusto fresco e fruttato, mentre degustando la fragrante morbidezza dell’omonimo rosso, si può assaporare nel suo sapore rotondo e vivace, tutta l’allegria e l’amore per la vita che pervade queste terre.

Senz’altro è però il “rosato” l’encomiabile vino che meglio rappresenta il legame storico e culturale dei Castelli Romani: frutto del felice connubio tra uve a bacca bianca ed uve a bacca nera, interpreta straordinariamente bene le tante peculiarità dei singoli paesi, nella vasta gamma di tonalità che assume di volta in volta: sfumature diverse di una storia comune.

Cannellino DOCG: una dolce emozione.

La tendenza a ritardare la vendemmia era in voga fin dai tempi antichi nei Castelli Romani, per ottenere quel vino più dolce che tanto piaceva nelle osterie. Il Cannellino DOCG ha fatto di questa consuetudine una vera e propria ragion d’essere.

E’ ottenuto dagli stessi vitigni del Frascati DOP secco, e pertanto nelle stesse zone produttive (Frascati, Grottaferrata, Monte Porzio Catone, Montecompatri); tuttavia, la lavorazione paziente delle uve e il complesso processo di produzione, ne fanno un vino del tutto originale, capace di esprimere l’estro di un’antica tradizione.  I grappoli quasi appassiti sulle viti, anche grazie all’aiuto delle correnti umide che fino ai Castelli Romani risalgono l’Agro Pontino, sono raccolti nelle prime ore del mattino e immediatamente trasportati in cantina.

Di colore paglierino intenso e finemente profumato, sarà il vino di morbida pienezza, che vi riempirà il palato e l’anima di un caldo e avvolgente sapore fruttato.

Velletri DOP: un gusto vulcanico.

Le eruzioni dell’Antico Vulcano Laziale, susseguitesi per migliaia di anni fino al Paleolitico superiore (25.000 anni fa), hanno arricchito gli attuali territori di Velletri e Lariano di sedimenti e minerali, determinandone le peculiari caratteristiche fisiche e morfologiche, fondamentali nella produzione del vino Velletri DOP. La magistrale tecnica dei contadini di questi luoghi ha fatto il resto.

Le tipologie prodotte comprendono il Bianco e Bianco Superiore, entrambi di colore giallo paglierino, dai profumi delicati e fruttati, e un sapore di amabile, vellutata dolcezza, tutta da bere. La tipologia Rosso si presenta con un colore rubino più o meno intenso, tendente al granato nella sua versione Riserva. La dolcezza si arricchisce della giusta dotazione tannica che conferisce struttura e pienezza di corpo, per un vino rosso dal gran carattere. La tipologia Spumante infine, con la sua equilibrata freschezza, è l’elegante versione immancabile per le occasioni speciali.

Marino Vino DOP: 28 sfumature di bianco.

Il vino che conquistò Carlo V D’Asburgo, signore del Sacro Romano Impero in visita in Italia nel 1536., sgorga oggi copioso dalle fontane di Marino, durante la Sagra dell’Uva più famosa d’Italia istituita nel 1925.

Organizzata ogni anno la prima domenica di Ottobre è un evento davvero unico al mondo, in cui poter ammirare il “miracolo” profano delle fontane da cui sgorgano fiumi di quest’ottimo vino. La sua gloriosa fama trae origine dall’antica abilità dei contadini, che di generazione in generazione hanno saputo esaltare le eccezionali qualità di questo vino bianco in tante diverse tipologie, ciascuna delle quali a sua volta presenta ulteriori versioni. Così avviene per la tipologia di Bianco, Superiore, Classico e Classico Superiore, che comprendono ognuna le versioni Secco, Abboccato, Amabile o Dolce. Ulteriori varietà si possono assaporare per le tipologie Frizzante, Vendemmia Tardiva, Passito, fino allo Spumante, per un totale di 28 favolose tonalità di un unico incredibile vino. 

Olio Extravergine d'Oliva DOP: tradizione e qualità.

La coltivazione delle olive ai Castelli Romani risale almeno all’antica Roma, e ne sono testimonianza le cave di pietra di Albano (da cui si ricavavano le macine per la frangitura) e i resti del Tempio di Ercole Oliario a Lanuvio. La zona dove ancora oggi si produce la maggiore quantità di olio è quella compresa tra Genzano, Ariccia, Lanuvio, Lariano e Velletri, sui terreni maggiormente caratterizzati dalla loro origine vulcanica da cui le olive prendono il caratteristico aroma.

Per ottenere il marchio Castelli Romani DOP l’olio devono essere prodotte da olive della varietà carboncella, corva, frantioio, leccino, moraiola, olivastra, pendolino, rioncella e rosciola presenti insieme per almeno l’80%.

Si ottiene così un olio che va dal giallo al verde chiaro, limpido e lucente con sapore armonico, dolce e fruttato e con un eventuale gusto di mela e mandorla. L’acidità massima è dello 0,8%.

Prodotti Agroalimentari

Fragolina di Nemi PAT: le lacrime della dea Venere.

Le origini di questo famoso frutto affondano le proprie radici nel mito. Già duemila anni fa infatti, era nota la bontà di queste particolari fragole, identificate con le lacrime della Dea Venere e tutto il mondo romano le celebrava ogni anno in una festa a Campo de’ Fiori.

L’emblematica forma a cuore, conica o allungata, basta da sola a distinguere le fragole del “bosco sacro a Diana” dalle fragole comuni, ma è l’intensità di sapore straordinariamente dolce, che sprigionano una volta raggiunta la piena maturazione, ad appagare ogni aspettativa.

La piccola fragolina di Nemi è la protagonista sia delle famose crostatine alla crema sia del Fragolino, prodotto d’eccellenza degli artigiani nemorensi.

L’annuale Sagra delle Fragole (giugno) a Nemi tuttavia, rimane l’evento per eccellenza in cui poter gustare questo frutto in un’atmosfera tradizionale e folkloristica.

Carciofo Romanesco IGP: una metafora di seduzione.

Secondo la leggenda, il carciofo romanesco del Lazio, detto anche “cimarolo” o “mammola”, in un tempo lontano trovava la sua personificazione in una splendida ninfa chiamata Cynara. Ella era amata da Zeus per la sua bellezza ma non corrispose mai le attenzioni del re degli Dei dell’Olimpo. Questi adirato, la trasformò in un ortaggio che avrebbe rispecchiato la bellezza ma anche i tratti caratteriali dell’amata.

Per ottenere il carciofo romano IGP viene allevato un solo carduccio per pianta, di cui i contadini si prendono cura come della donna amata, seguendone lo sviluppo attraverso le meticolose operazioni di “dicioccatura” e “scarducciatura”. Anche la raccolta, tra Gennaio e Maggio, avviene scrupolosamente a mano per preservarne tutta la qualità di un prodotto finale versatile in cucina.

Broccolo Capoccione di Albano: matematicamente squisito.

Seminato all’inizio dell’estate, il Broccolo Capoccione di Albano nasce nei mesi più freddi dell’autunno. Di colore verde chiaro brillante, deve il suo appellativo di “capoccione” alle sue dimensioni e all’importanza che riveste nella cucina locale, grazie alla sua spiccata versatilità.

Fin dai tempi antichi ha rappresentato l’ortaggio per eccellenza, utilizzato dai Romani anche a fini terapeutici. La sua ampia infiorescenza è caratterizzata da una forma piramidale nella quale tante piccole rosette, disposte a spirale, riproducono la forma principale ripetendosi con regolarità, su scale diverse. La successione con la quale si ripetono, rispecchia la nota sequenza di Fibonacci, ovvero una sequenza di numeri interi naturali in cui ciascun numero, quello delle rosette in questo caso, è il risultato della somma dei due precedenti. Una perfezione della natura regolata da leggi matematiche, che ora aspetta solo il giusto riconoscimento a livello italiano ed europeo.

Porchetta d'Ariccia IGP: una vera esperienza dei sensi.

Opera d’arte gastronomica, le sue origini vengono fatte risalire addirittura all’epoca pre-romana, a quei sacerdoti latini che avevano l’importante compito di lavorare e preparare le carni suine da offrire in sacrificio a Giove Laziale, nel tempio sul vicino Monte Cavo. È una tradizione antichissima quella della porchetta, ad Ariccia.

Arricchita e consolidatasi in epoca romana, si è mantenuta viva nel corso della storia per merito di poche esperte famiglie ariccine che nel corso dei secoli ne hanno tramandato di padre in figlio ricetta e segreti. Ancora oggi la preparazione di questa specialità a base di carne suina è un vero e proprio rituale, per il quale vengono utilizzati solo esemplari di sesso femminile interi, da cui il nome “porchetta”.

Ogni anno, dal 1950, a settembre si svolge, nel centro storico di Ariccia, sulla Berniniana piazza di corte, la Sagra della Porchetta. Alla celebrazione partecipano le ditte produttrici di porchetta più affermate e il programma prevede, oltre alla degustazione del prodotto, mostre, artisti di strada e artigianato, spettacolo musicale e di moda.

Salame Castellino PAT: il magro che non ti aspetti.

Un’insospettabile leggerezza di gusto nel cuore dei Castelli Romani: il prelibato salame di Frascati, “povero” di grassi, abbondante di sapore.

La storia del Salame Castellino nasce nel 1919 a Frascati, per merito di una famiglia di esperti norcini abruzzesi, con la voglia di fare la differenza, creando un salame unico nel suo genere, per sapore e per impasto. Scelsero la spalla, parte più magra del suino, come ingrediente principale del salume e la pancetta per la complementare parte grassa. Aggiungendo sale marino, pepe, aglio e cannella alla combinazione, il risultato fu un salame morbido e leggero, ricco di sapori indimenticabili.

Grazie alla naturalezza della sua ricetta, questo salame ha inoltre conquistato fin da subito un posto speciale nella tradizione norcina di Frascati: con un peso che varia dai 500 ai 600 grammi, e di macinatura media, si distingue per il caratteristico impasto magro e per il tipico colore rosso screziato bianco.

Salamino Tuscolano PAT: un tripudio di emozioni.

Agli inizi del ‘900 una famiglia di maestri macellai di origine abruzzese decise di lasciare il paese d’origine e trasferirsi a Frascati, dove la forte connotazione agricola e il fascino di una storia millenaria, ispirò in questi artisti della norcineria la creazione di un salame che rendesse onore alla bellezza e alle antiche origini di Frascati.

Fu chiamato per questo “Tuscolano” in omaggio alla antica città latina di Tusculum distrutta nel 1191, cuore storico dei Castelli Romani mai più ricostruita.

È un salume che attrae al primo sguardo: 200 grammi color rosso rubino di carni suine sceltissime (prosciutto, spalla e pancetta), dalla consistenza compatta e invitante, dolcemente avvolte in un involucro bianco, vellutato al tatto. Occorrono 30 giorni di calma stagionatura, prima di poter godere del suo sapore generoso, dolce, leggermente piccante grazie alla delicata presenza di pepe. In bocca rivela infatti un gusto unico, morbido e intenso che riempie e sorprende il palato di saporite emozioni.

Pane di Lariano MCG: una soffice tentazione.

Caldo, morbido, fragrante, salutare, squisito: tutto quello che si può desiderare da un pane. Più di due secoli di storia consacrano le straordinarie qualità del pane di Lariano, un’antica prelibatezza che oltre a sbalordire con la bontà del suo sapore, è apprezzata anche per le rinomate proprietà nutrizionali.

Farina di grano tenero semi-integrale e lievito madre, sono alla base del suo originale impasto, ricco di fibre e altamente digeribile. Sottoposto ad una doppia lievitazione, è il pane amato per la spugnosa morbidezza della mollica, e la fragranza della sua crosta dorata, per un gusto rustico e sapido, dall’amabile retrogusto di cereale.

Il sapore del pane di Lariano è reso inoltre ancora più inconfondibile grazie alla speciale cottura in forni a legna, alimentati esclusivamente con legni di castagno. L’aroma delicato ma profondo, può così assorbirne tutti i morbidi sentori capaci di portarci indietro nel tempo, e di farci assaporare il gusto unico del pane “di una volta”.

Pane Casereccio di Genzano IGP: il numero uno dei pani IGP.

Il rinomato pane casereccio, il primo pane in Europa ad ottenere il marchio IGP, è il vanto di Genzano, oltre a una grande varietà di squisiti dolci da forno come i tozzetti, bussolani, ciambelle al vino e all’oliobiscotti all’uovo, biscotti “brutti e buoni” e crostate.

Può presentarsi sotto forma di una classica pagnotta o di un filone, in cui un cuore di soffice mollica color avorio, è racchiuso da una sottile crosta scura e croccante dal profumo di grano. Sebbene siano trascorsi secoli dalle sue origini, si può assaporare il gusto autentico di questo pane ancora oggi, entrando in alcuni panifici storici di Genzano, che continuano ad utilizzare i vecchi forni del ‘600.

Così l’antica tradizione è gelosamente custodita e portata avanti a cominciare dalla preparazione del lievito madre. Una seconda lievitazione assicura a questo pane la sua fragranza unica e il giusto equilibrio di sapori.

Dolci Sapori

Bussolani PAT: un croccante tuffo nel passato.

Erano i rustici biscotti dei nostri nonni, il dolce tipico delle classi popolari, all’epoca preparati in casa e forse unico dolce incontrastato: i Bussolani erano, ed ancora oggi sono, una gustosa esperienza, un viaggio nella tradizione alla scoperta degli antichi sapori di Genzano.

Nella suggestiva cittadina dei Castelli Romani, forni e panifici storici li preparano ancora facendo esclusivamente uso della ricetta originale. Questa, oltre una base di farina come per la maggior parte della pasticceria secca, prevede pochi semplici ingredienti legati al territorio e alla storia gastronomica del paese. Così, la crosta di colore scuro dorato di questi biscotti ci riporta ai tempi in cui lo zucchero era ancora lontano dalle tavole del popolo, ed era il dolce nettare delle api a rendere tutto molto più dolce.

E se la consistenza risulta compatta al primo assaggio, per via dell’assenza del lievito, è poi resa sfiziosa e croccante dalle nocciole e dalle mandorle, golose e immancabili in ogni bussolano. Il vino bianco aggiunto all’impasto è infine, un omaggio alla rinomata tradizione vinicola di Genzano, e un’ottima sfumatura aromatica.

Biscotti e ciambelle all'uovo PAT: un goloso risveglio.

Un capolavoro di semplicità e tradizionali materie prime, amalgamate con gusto ed equilibrio.

Nei comuni di Genzano e di Frascati da oltre 30 anni i fornai si sono specializzati nella produzione di questi biscotti golosi, squisiti e ideali per cominciare la giornata.

La forma è quella di una ciambella o di un savoiardo, secondo la fantasia degli artigiani, e sono preparati ogni giorno utilizzando la meno raffinata farina di tipo 0, uova fresche, zucchero, lievito, latte, aroma di limone, burro e margarina.

Questi biscotti dall’anima casareccia risultano tanto friabili quanto buoni da assaporare non solo a colazione, ma in ogni momento della giornata, perfetti per soddisfare la voglia improvvisa di uno sfizio goloso e genuino.

Pupazza Frascatana PAT: la "Venere" di Frascati.

E’ la procace fanciulla di pasta frolla con 3 seni di Frascati che seduce con la dolcezza del miele e il fascino delle sue numerose curve. Questa “disinibita” prelibatezza è la rappresentazione in chiave dolciaria di una “mammana”, ovvero la balia che un tempo aveva il compito di prendersi cura dei figli delle donne impegnate nella vendemmia. Secondo l’antico folklore il terzo seno era pieno del buon vino frascatano che oltre al latte, era il nutrimento specifico dei bambini del luogo.

Per quanto riguarda la ricetta, si scoprirà, avventurandosi per le vie di Frascati, che ogni forno locale custodisce una propria versione della “Pupazza”, rivendicando rispetto agli altri, la paternità dell’originale. Gli ingredienti di base sono comuni a tutti, semplici e genuini: farina di tipo 00, olio extravergine di oliva, il dolce miele millefiori dell’Agro Pontino, e infine, un soave distillato d’arancio che infonde a questa esuberante golosità il tipico profumo e sapore, amabilmente aromatici. Nata come simbolo di fertilità e abbondanza della terra di Frascati, questa prosperosa bambola al miele è oggi divenuta anche il sensuale emblema della sua tradizione gastronomica.

Ciambella al mosto di Marino: dolce delizia.

Le ciambelle al mosto sono tipiche di Marino che ne rivendica l’origine fin dal 1600. Il suo gusto ricorda molto da vicino quello della base del “maritozzo”, ma con un sentore più ricco, dolce e fruttato perché la parte liquida dell’impasto è costituita quasi interamente dal mosto dell’uva di Marino. La parte lievitata è senza uova e con aggiunta di uvetta.

Questo dolce è disponibile solo nei mesi di ottobre e novembre, quando c’è il mosto della vendemmia e tutti gli anni, la terza domenica del mese di ottobre, si tiene La Sagra della Ciambella al mosto.